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Caso studio:

MIX House XXV Aprile

Nel progetto Mix House “XXV aprile” le scelte architettoniche, strutturali e impiantistiche affermano un paradigma di architettura ecosostenibile, funzionalmente flessibile e inclusiva, ove promuovere una nuova cultura del vivere e dell’abitare sociale attento ai bisogni delle persone e della collettività. In questo contesto l’individuo è accolto con i suoi bisogni come parte di una comunità multigenerazionale e multietnica in un ambiente in grado di favorire, con sinergiche relazioni, la coesione e l’integrazione sociale.

Contesto territoriale

Il complesso edilizio di progetto si colloca nella zona sud-ovest della città di Parma, tra il cimitero della Villetta ed il torrente Baganza.

La relazione con gli edifici posti sul quadrante nord dell’area, si fonda sull’idea di compenetrazione degli spazi tra l’edificio ed il suo intorno, secondo uno schema concettuale e di genesi ben preciso. Il volume si scompone in infatti in due parti, per consentire la costruzione di un “paesaggio” interno che si apre all’esterno, sui lati nord (giardino) e sud (via Taro).

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Vista aerea MIX House XXV a Parma

Il progetto comunica la volontà di sviluppare una forma di abitare in sinergia con le eterogenee componenti del contesto urbano affinché si producano pratiche di cooperazione e di solidarietà sociale tra diverse fasce della popolazione (anziani “fragili”, nuove famiglie, studenti) in linea con i principi del social housing e con la partecipazione degli abitanti del quartiere di riferimento e delle zone limitrofe.

Al fine di perseguire la migliore soluzione progettuale sono state analizzate le possibili e le diverse esigenze di ciascuna tipologia di abitante-utente destinatario.

Il modello abitativo

L’originalità di un intervento migliorativo della qualità dell’abitare sociale emerge dalla progettazione delle aree abitative, negli spazi comunitari e nel rapporto con l’ambiente esterno (zone verdi e altri luoghi) che conferiscono un’idea di abitare i luoghi dove l’individuo e la collettività sono protagonisti attivi del proprio contesto di vita.

Il progetto è teso a focalizzare l’attenzione e l’assistenza verso alcune tipologie di persone esposte a condizioni di precarietà per ridurre le possibilità di stigma o esclusione sociale dettate da:

  • di solitudine, precarietà socio-economica o del percorso di vita
  • stigma sociale per la condizione di anzianità, fragilità o annesse problematiche socio-sanitarie (multicronicità).

La popolazione del modello abitativo (composto da edilizia residenziale sociale, edilizia residenziale pubblica ed edilizia residenziale sociale per studenti) consiste in una mixitè sociale intesa come un vettore per la creazione di forme di senso di luogo e di costruzione di identità locale.

La selezione della migliore soluzione progettuale possibile ha portato all’identificazione dei bisogni delle diverse tipologie abitante-utente destinatario:

  • anziana (auto o semi-autosufficiente) con diverse necessità a seconda della fragilità, dello stato di salute, della condizione socio-economica. Questo tipo di utenza è caratterizzata da
    una permanenza potenzialmente duratura nel tempo;
  • residenziale sociale per giovani famiglie/coppie con necessità di necessità di un accesso facilitato all’abitazione, socializzazione nel contesto urbano e di cominciare una nuova fase del
    percorso di vita. Anche questa tipologia di abitante è caratterizzata da una permanenza potenzialmente  duratura nel tempo;
  • residenziale per studenti: necessità di accesso all’alloggio economicamente facilitato mediante una convenzione (tra la realtà abitativa pubblica e l’istituzione universitaria) con obbiettivi di formazione-professionalizzazione, fruizione dell’istituzione universitaria, dell’offerta culturale e ricreativa del contesto di vita. Questo tipo di utenza concerne  in una forma di permanenza sul luogo  prevalentemente periodica e non costante nel tempo rispetto alle due precedenti tipologie.

Conformazione dell’edificio

L’organismo architettonico si inserisce nel contesto di riferimento tenendo conto sia degli aspetti normativi (distanze, rapporti di copertura, altezze) sia delle norme di progettazione integrata (relazione con la viabilità, sia veicolare sia pedonale, orientamento rispetto all’esposizione solare, sistema dell’accessibilità diffusa, benessere per gli utenti). La sua relazione con gli edifici posti sul quadrante nord dell’area, si fonda sull’idea di compenetrazione degli spazi tra l’edificio ed il suo intorno, secondo uno schema concettuale  generativo ben preciso.

Il volume si scompone in infatti in due parti, per consentire la costruzione di un “paesaggio” interno che si apre all’esterno, sui lati nord (giardino) e sud (via Taro).

Con questa operazione si gettano le basi per la configurazione del sistema distributivo degli alloggi, passando dal tipico corridoio “alberghiero” a “spazi pubblici di distribuzione” fruibili in modo migliore. Gli spazi destinati agli alloggi sono dunque ben identificabili dato anche lo schema compositivo che si ripete ai vari livelli e che ha il suo sviluppo lungo le ali del fabbricato. Le ali si aprono verso gli spazi esterni, con una leggera divaricazione inversa, con un punto di flessione sull’asse maggiore dell’edificio.

In tale punto si collocano, ad ogni piano, gli spazi pubblici ad uso collettivo, sigillando, in maniera geometrica e simbolica, la centralità dello spazio.

Gli spazi di socialità sono stati ideati per stimolare occasioni di scambio intergenerazionale e sviluppare momenti dedicati alla condivisione e al dialogo mediante attività, laboratori tra la popolazione anziana e quella più giovane. Il nuovo edificio prevede anche spazi per orti di comunità e per sessioni di attività fisica, in modo da permettere ai futuri abitanti una fruizione comoda e rapida per questi tipi di attività.

Le geometrie individuate per il nuovo Mix House assecondano sia le scelte funzionali sia la conformazione del contesto insediativo, in una logica che prevede la creazione di continue relazioni con l’esterno e la possibilità di riceverne impulsi. Infatti, l’edificio non accoglierà solo gli ospiti residenti ma anche altri soggetti interagenti con l’offerta abitativa che rappresentano un motivo di ulteriore apporto di valore al modello intergenerazionale creato.

Elementi dimensionali

Per promuovere l’interazione multigenerazionale sono state elaborate diverse tipologie di alloggi, in modo da soddisfare le differenti esigenze dei fruitori destinatari di questo nuovo modello insediativo (anziani, giovani coppie/famiglie, giovani/studenti universitari e il coordinatore sociale).

L’edificio ha uno sviluppo in altezza di n.5 piani fuori terra a cui si aggiunge un livello tecnico nel quale si è previsto anche la collocazione della lavanderia comune. Ospita al suo interno un totale di n. 60 miniappartamenti per una superficie lorda complessiva di soli alloggi pari a 3.091 m².

La superficie lorda (SL) complessiva che va a ricomprendere anche gli spazi comuni a carattere polifunzionale sale a 4.045 m².

I 60 alloggi presenti nello stabile si suddividono in tre tipologie principali: monolocali, bilocali e trilocali.

La combinazione degli alloggi determina un offerta di n.16 tipologie dove si coglie la complessità del mix abitativo che trova un maggiore dettaglio nell’attribuzione tra alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) ed Edilizia Residenziale Sociale (ERS).
Il criterio di suddivisione consta di n. 17 bilocali e n.1 trilocale come alloggi ERP, n. 17 monolocali e n. 14 bilocali sono alloggi ERS.
Per gli alloggi ERS per studenti è previsto un numero complessivo di n. 11 alloggi di cui n. 2 monolocali e n. 9 trilocali (con due utenti).

Questa scelta genera una popolazione con prevalenza di anziani che si attestano al 44%. Le giovani coppie-famiglie  rappresentano il 36% del totale e possono offrire un adeguato supporto e collaborazione alla popolazione meno giovane grazie all’apporto degli studenti che si collocano intorno al 20%.
In totale sono n. 102 gli ospiti residenti nella struttura.

Obbiettivi

Gli obbiettivi dell’organismo architettonico riguardano :

  • la configurazione di un edificio capace di inserirsi nel contesto di riferimento che possa sviluppare un’identità locale percepita e rappresentata dalle persone che frequentano l’area (in
    primis gli utenti-abitanti, i fruitori interni, i lavoratori, coloro che frequentano gli organismi architettonici e i cittadini del quartiere) mediante una pianificazione integrata per
    sviluppare interventi di ammodernamento e di strutture sostenibili (secondo i parametri energetico-ambientali ed economico-sociali)
  • la possibilità di progettare un modello abitativo che tenga conto del valore della dimensione relazionale e dell’importanza dello spazio esterno non come una semplice dotazione del territorio ma come un elemento significativo per la qualità della vita individuale e collettiva
  • la creazione di comunità di cura (community care) e di produzione di senso appartenenza sociale mediante l’integrazione di elementi assistenziali e sociali basato su una modalità
    policentrica di interventi e di offerta di un welfare comunitario-generativo dove l’approccio alle persone fragili (e non solo) non sia esclusivamente di tipo prestazionale-passivo ma
    proattivo
  • l’attenzione verso i criteri di accessibilità, inclusività ed essere sensibili alla realizzazione di pratiche partecipative di sviluppo di comunità volte alla riduzione di stigma o esclusione
    sociale
  • l’implementazione del livello generale della qualità della vita e dell’ambiente (rilevabile ad esempio da indicatori come il BES-Benessere Equo e Sostenibile).

Spazi comuni e aree verdi

Una delle caratteristiche dell’organismo architettonico è la predisposizione di numerosi spazi comuni conviviali da intendere come:

  • di socializzazione e occasioni di incontro tra le diverse strutture abitative
  • per opportunità di scambio sociale intergenerazionale (spontanee o programmate) in aree dedicate come le zone comuni.

La disseminazione di aree comuni di differente tipologia permette all’organismo architettonico di integrarsi nel quartiere più ampio e di ambire a porsi come un punto significativo per il territorio e la comunità locale (il quartiere). In questo frangente lo spazio esterno svolge un ruolo fondamentale per stimolare la socialità e l’interazione con l’ambiente e per ridurre la sensazione di confinamento o di isolamento rispetto al contesto urbano di riferimento. Questi spazi svolgono una funzione essenziale per stimolare la socialità e l’interazione con il quadrante urbano e l’ambiente verde del parco.

Alcuni esempi di funzioni e di attività che possono essere condotte nelle aree esterne possono essere:

  • sociali, ludico-ricreativi, sportivi a seconda della popolazione di riferimento (anziani, nuove famiglie, giovani-studenti, ospiti e cittadini in generale)
  • e aree per eventuali animali domestici
  • crossing, attività e iniziative aperte alla popolazione del quartiere per favorire di integrazione e la connessione con il quadrante urbano di collocamento dell’edificio.

La stessa progettazione dell’accesso agli alloggi, consistente in ballatoi parzialmente esposti all’ambiente esterno, inserisce la persona nel contesto territoriale di riferimento evitando forme di sradicamento o isolamento che potrebbero realizzarsi in una struttura adibita (in parte) a centro diurno . Inoltre, il singolo utente non subisce passivamente le decisioni progettuali in quanto gli è richiesto di capire e di scegliere come relazionarsi allo spazio naturale, alle scelte individuali, a quelle collettive e allo sviluppo di elementi valoriali che si costruiscono nel tempo. Ciò è trasmesso mediante la decisione di prendere parte alle occasioni di incontro e alle attività di gruppo o anche al fatto di dover interagire con il contesto naturale e climatico sul quale si affacciano le ali dell’edificio clima (ad esempio dovendo relazionarsi e adattarsi alle differenti condizioni metereologiche). Infatti, l’attribuzione di senso di luogo passa anche dalle singole azioni, dai gesti e dai momenti di interazione sociale -non previsti a priori con attività decise o programmate- che fungono da vettore informale di costruzione di senso collettivo e comunitario e che rimangono necessariamente nella sfera delle scelte individuali.

Questa conformazione permette agli alloggi di avere non solo una loggia verso l’esterno ma anche, nella maggior parte dei casi, un ingresso su ballatoio esterno che si affaccia direttamente sul parco. L’alta permeabilità dell’edificio offre agli spazi comuni una vista sul quadrante urbano di Villa Parma e un continuo apporto di luce naturale creando un rapporto armonico con il contesto spaziale di riferimento.

Altre componenti

Sostenibilità ambientale per il benessere delle persone

Per garantire elevati standard di ecosostenibilità esistono numerosi rating energetico-ambientali per la progettazione, costruzione e gestione di edifici sostenibili ad alte prestazioni e promuovono un sistema di progettazione integrata che riguarda l’intero edificio. I protocolli valutativi dell’impatto ambientale degli edifici considerano una pluralità di dimensioni, non solo l’efficienza energetica, ma anche la gestione efficiente dell’acqua, i materiali impiegati negli edifici, lo smaltimento dei rifiuti, il comfort e la salubrità degli spazi interni.

Il ruolo del tempo

È possibile scindere l’elemento temporale dell’organismo architettonico in due sezioni: il tempo dedicato (sociale) e il tempo privato.

La decisione di distribuire queste due “qualità di tempo” è libera e ricade sul singolo individuo ma ha conseguenze sulla costruzione quotidiana del senso comunitario e sociale.

La struttura offre diverse tipologie di funzioni e servizi in base alla tipologia di utenza di riferimento. La predisposizione di un programma dei servizi, delle attività e delle opportunità a disposizione per i residenti, i fruitori della struttura e i visitatori risponde alla volontà di scandire il tempo sociale e individuale dell’edificio. La maggior parte del ruolo “socialmente attivo” della struttura avviene nella fase diurna. Infatti, tra le ore 8:00 e le ore 22:00 si trovano distribuite eterogeneamente le varie attività e le tipologie di persone che gravitano nella struttura come:

  • lavoratori della struttura
  • abitanti – residenti nell’edificio
  • utenti che usufruiscono dei servizi
  • visitatori e parenti delle persone residenti.