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Che mette in relazione generazioni diverse: conflitto intergenerazionale. I. persegue innanzitutto l’equità intergenerazionale (soddisfazione dei bisogni delle generazioni future al pari di quelle attuali), ma anche l’equità generazionale (i bisogni devono essere soddisfatti per tutti gli strati della popolazione, dunque senza iniquità fra classi sociali, fra paesi industrializzati e paesi poveri, ecc.). L’i. è il presupposto di alcune tipologie di azioni, progetti, iniziative e pianificazione. Nel social housing, ad esempio, il dialogo tra residenti e utenti aventi diverse età anagrafiche e di coorti di età è funzionale allo sviluppo di un interazione intergenerazionale propria di uno scambio proficuo di buone pratiche, mutuo aiuto, saperi e visioni del mondo che producono benessere.
Ultime news e aggiornamenti
Focus
Un progetto di riqualificazione responsabile capace di restituire al contesto ambientale e paesaggistico l’unicità di un luogo grazie a un’architettura “socialmente attiva”, promotrice di una fruizione sostenibile dell’immenso patrimonio montano del comprensorio alpino afferente al Cervino.
La metodologia multidisciplinare, adottata in ogni fase delle attività di progettazione, è composta da diversi elementi eterogenei che si combinano in modo interdipendente e sinergico.
L’Ospedale dei Bambini “Pietro Barilla” di Parma esprime un approccio alle cure pediatriche in cui l’architettura stessa contribuisce alla cura dei piccoli pazienti e perseguendo l’obiettivo di tutelare il benessere totale delle persone partendo dal principio che “non tutto del bambino malato è malato”.

Anno: 2021 - ongoing
Luogo: Ospitaletto (BS)

Anno: 2023
Luogo: Milano

Nella nostra sede di Parma l’architettura degli interni rispecchia e favorisce il nostro approccio operativo che avviene in gruppi di lavoro multidisciplinari chiamati contemporaneamente a un confronto continuo. In tal modo possiamo condurre l’attività di progettazione a livello integrale.
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Termine introdotto nel 1985 dall’architetto americano Ronald L.Mace della North Carolina State University. Il design universale è un design utilizzabile da tutte le persone, nella misura più ampia possibile, senza bisogno di adattamenti o di progettazione specializzata . Non rappresenta una disciplina che realizza oggetti ad hoc per persone con specifiche esigenze ma piuttosto che generasse prodotti adatti alla più ampia gamma di utenti. Nel 1997 l’Universal design si è definito attraverso la formulazione dei 7 principi sviluppati dal Centre for Universal Design da tecnici e progettisti specializzati in materia per guidare i processi di progettazione ed educare designers e consumatori sulle caratteristiche di prodotti e ambienti meglio utilizzabili: ha a che fare con l’accessibilità e l’inclusività delle progettazioni, dei luoghi e delle pianificazioni/strategie di gestione dello spazio: Equità, Flessibilità, semplicità e uso intuitivo, percettibilità delle informazioni, tolleranza all’errore, contenimento dello sforzo fisico, misure e spazi efficienti per l’uso.