L’Ospedale dei Bambini “Pietro Barilla” di Parma esprime un approccio alle cure pediatriche in cui l’architettura stessa contribuisce alla cura dei piccoli pazienti e perseguendo l’obiettivo di tutelare il benessere totale delle persone a partire dal principio che “non tutto del bambino malato è malato”.
Lo schema distributivo è quello di un ospedale di piccole-medie dimensioni comprendente 99 posti letto.
Le camere sono suddivise in doppie e singole per diverse tipologie di degenza.
Le caratteristiche prestazionali ambientali, microclimatiche ed il benessere termico delle varie aree sono assicurate dalla scelta dell’orientamento dell’edificio e da innovative soluzioni tecnologiche e impiantistiche.
L’involucro dell’edificio è caratterizzato da una doppia pelle composta da materiali isolanti e vetri riflettenti per garantire prestazioni termiche e acustiche ottimali.
I muri realizzati con diverse tecnologie a seconda del livello, aumentano la sostenibilità e la flessibilità dell’edificio.
Una parte del tetto è adibita a giardino pensile accessibile.
Inoltre, le soluzioni distributive adottate assicurano ottimali interrelazioni tra le funzioni interne ed esterne alla struttura, attività specifiche di ricerca scientifica, servizi generali diagnostico-terapeutici e i settori di degenza e urgenza.
Le soluzioni tecnologiche e i materiali ecologici applicati minimizzano i consumi energetici e creano un ambiente confortevole, garantendo un’ottima interazione tra le diverse funzioni.
L’obiettivo è stato conciliare la funzionalità di un ospedale con il benessere psicofisico dei pazienti.
I criteri che hanno guidato il progetto sono stati i seguenti:
Soprattutto, è stato dato rilievo all’atrio di accesso, che è stato progettato come una “piazza” interna con funzioni di accoglienza, di informazione e di ristoro.
L’edificio è stato progettato per interpretare e integrarsi con l’ambiente circostante e rappresentare i suoi valori all’interno della città.
La facciata è stata realizzata con vetrate riflettenti su montanti verticali colorati, creando un’immagine distintiva.
Inoltre, è stata studiata la matrice storica di formazione dell’insediamento dell’area ospedaliera, analizzando le decisioni aziendali che hanno portato alla struttura tipologica a poliblocco, invece dei tradizionali padiglioni.
Obiettivo del progetto è l’umanizzazione della cura, trasformando gli ospedali da luoghi di cura a luoghi in cui prendersi cura delle persone.
L’ospedale pediatrico assume un ruolo importante nel promuovere il benessere del bambino ospedalizzato, in senso olistico, tenendo conto non solo degli aspetti bio-fisiologici, ma anche di quelli psicologici, sociali e culturali.
Nell’edificio non ci sono più reparti specializzati dove sono presenti pazienti con diverse gravità di malattia.
La degenza ordinaria polispecialistica è dedicata a bambini e adolescenti che necessitano di cure internistiche o chirurgiche.
Questo approccio prevede la collaborazione di un’equipe polispecialistica che lavora in sinergia e si confronta quotidianamente nell’attività diagnostica e terapeutica.
L’obiettivo è prendersi cura della totalità e complessità del bambino, evitando di trattare singoli organi o apparati come elementi isolati dal resto del corpo, preservando la dimensione della persona colta nella sua totalità.
Il focus del processo terapeutico si sposta dalla malattia da curare alla complessità multidimensionale dell’individuo inteso come persona.
L’implementazione dell’organizzazione della gestione dello spazio ospedaliero è fondamentale per rendere i servizi meno traumatici. Infatti, negli ospedali convivono persone in condizioni di prossimità aventi differenze di età, patologie, culture e stili di vita; ciò contribuisce a creare una sorta di condivisione di intimità familiare.
Questa diversità si manifesta anche tra gli operatori sanitari.
Analizzando queste componenti, si possono individuare diversi stili di cura che possono essere abbinati a fattori ambientali come suoni, luci e colori e che influiscono in modo eterogeneo sullo stato psicofisico del paziente.
L’organizzazione dello spazio fisico influenza le condizioni cliniche e psicologiche dei pazienti.
Infatti, i comportamenti delle persone sono la risposta tangibile delle sollecitazioni ricevute dall’ambiente.
Il modello bio-psico-sociale, elaborato per questo progetto, indica che i fattori ambientali esterni possono contribuire alle performance degli individui per migliorare la loro qualità di vita.
I principali fattori fisici che influenzano il comfort ambientale e la risposta psicologica riguardano: i suoni, i colori, l’illuminazione, gli odori e la risposta tattile.
Anche le dimensioni, le forme degli spazi e la disposizione degli arredi giocano un ruolo determinante.
All’interno dell’edificio, la luce naturale viene utilizzata per facilitare l’orientamento e negli spazi di relazione. All’esterno, la luce interagisce con gli elementi riflettenti e i colori della facciata, caratterizzando gli spazi pubblici grazie alle ampie aperture sui muri e il tetto.
L’obiettivo è stato quello di rendere l’ospedale un luogo accogliente e familiare anziché un ambiente ostile.
Un aspetto chiave del sound design riguarda la risposta acustica delle aree critiche come le stanze dei pazienti e le aree ad alta affluenza come sale d’attesa e corridoi.
Nel processo di progettazione, è stata considerata oltre alla “speech privacy” anche il riverbero dei locali, l’attenuazione fornita dagli elementi separatori, lo sforzo vocale necessario e il ruolo dei rumori di fondo come mascheratori.
Gli spazi di accoglienza sono organizzati in base ai comportamenti delle persone e ai modelli prossemici. Si distinguono diverse tipologie nell’organizzazione delle aree di attesa, in modo da rendere lo spazio ospedaliero più intimo e personale.
Il concetto si basa sul modello antropologico-biopsicosociale proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che suggerisce di valutare come i fattori ambientali possono influenzare il rapporto tra il paziente e il luogo di cura. L’obbiettivo di umanizzazione della cura si è tradotto nell’attenzione rivolta verso diversi livelli, nella realtà organizzativa, assistenziale e sanitaria, al fine di facilitare l’utilizzo della struttura da parte degli utenti e del personale.