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Digitale

agg. (dall’ingl. digital, dal lat. digĭtus «dito»).

Fonte: Enciclopedia online Treccani.

1. In elettronica e in informatica, qualifica che, in contrapp. ad analogico, si dà ad apparecchi e dispositivi che trattano grandezze sotto forma numerica, cioè convertendo i loro valori in numeri di un conveniente sistema di numerazione (di norma quello binario): rappresentazione di dati (o immagini) in d., in formato d.; calcolatore d., effettuare una conversione da analogico a d. (e viceversa), firma d.

2. In riferimento a un vasto campo di applicazione – che comprende il design, l’architettura, l’urbanistica, l’ingegneria civile e, non meno importante, l’intero settore dell’ingegneria industriale – per progettazione d. s’intende un processo che, dall’ideazione alla realizzazione, è interamente condotto con mezzi digitali, e nel quale si riscontra la compresenza di tre condizioni basilari che, a partire dai prodromi dell’ultimo decennio del secolo scorso, hanno avuto più ampia diffusione in questo esordio del nuovo secolo:

  • progettazione basata su modelli tridimensionali realizzati non come semplice rappresentazione di un oggetto o di un manufatto, bensì come sistema conoscitivo, di simulazione e prototipazione;
  • introduzione di un hardware grafico di terza generazione atto a supportare tecniche di visual computing 3D, tecniche grazie alle quali la tradizionale figurazione per piani di proiezione e schema al contorno dell’oggetto viene affiancata da quella per modelli visualizzati in forma ombreggiata, modificabili interattivamente in tempo reale;
  • specificazione delle diverse fasi di utilizzo del modello e introduzione di appropriati strumenti per la sua creazione, analisi e restituzione nelle fasi di design review e design presentation.

Le implicazioni sottese all’introduzione delle metodiche di computazione visiva sono profonde e sostanziali: si rende possibile il superamento dei problemi connessi al sistema analogico, ma anche di quelli legati all’epoca della prima informatizzazione, le cui tecniche basate sull’indicizzazione e la descrizione testuale si sono rivelate strumenti insufficienti a richiamare contenuti multimediali e spaziali. Non si tratta di avere soltanto strumenti di ausilio (il contributo offerto dalle maquette tradizionali, ossia il modello), quanto di poter trasferire l’intero ragionamento digitalmente, operando progettualmente su un modello visualizzabile con accessibilità continua nello spazio e nel tempo, per realizzare sistemi dinamici e restituzioni di dati facilmente analizzabili anche da operatori non esperti.
Quanto accaduto negli ultimi anni rappresenta una rivoluzione non nella formulazione del metodo di base (la progettazione basata su modelli digitali ha ormai circa trent’anni) e nel fatto che l’incremento delle potenze computazionali ha reso gestori del processo progettuale non più i dati numerici in sé – che rimangono un attributo o una base nascosta – ma i meccanismi conoscitivi legati alla loro visualizzazione. Il processo di progettazione ha assunto così una base visuale dominante. Lo schema mediatico operativo del digitale ha inoltre portato a una sostanziale separazione tra ‘fare’ e ‘vedere’: costantemente unificati nell’interfaccia del foglio da disegno, i meccanismi conoscitivi sono stati separati dai sistemi numerici digitali, giacché l’interfaccia di visualizzazione (il monitor) raramente è anche l’interfaccia di creazione del progetto – di solito affidata a un altro dispositivo (mouse, tastiera ecc.).

 

Modelli digitali
I modelli d. consentono al progettista non solo di essere ideatore, ma anche di tornare ‘costruttore’ della propria opera, giacché essi non solo rappresentano l’oggetto ideato, ma anche il codice che ne permetterà la realizzazione su macchine a controllo numerico e/o con processi automatizzati. In questa direzione, con la progettazione digitale viene meno la separazione tra la fase concettuale/creativa, predisposta secondo peculiari canoni estetici, la fase dell’ingegnerizzazione, la verifica della realizzabilità e la fase propriamente esecutiva.
Nel campo dell’architettura, il processo di prototipazione digitale comporta – rispetto alle procedure usuali – un’organizzazione delle informazioni connesse al processo di progettazione fondata sul ruolo centrale del sistema rappresentativo. Il modello diviene l’elemento di integrazione delle diverse componenti (corrispondenti ad aspetti o fasi differenti), in quanto documento unico in grado di contenere tutte le informazioni relative al progetto. Tali informazioni possono essere collegate dinamicamente fra loro e rese accessibili attraverso un’organizzazione multilivello.