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Screening

s. m. (der. ingl. screen screener «vagliare, passare al setaccio»).

Fonte: ISS, Salute.gov.it, Vocabolario online Treccani.

Può assumere  vari significati. In particolare quello di controllo sanitario eseguito su una popolazione o su singoli gruppi o categorie per consentire la diagnosi precoce di determinate malattie e condizioni morbose. Più genericamente, qualsiasi indagine e forma di controllo che, nella vita sociale o nell’attività economica, abbia per scopo di effettuare una selezione (per es., tra persone aspiranti a un posto di lavoro, tra beni o fattori di produzione, tra possibili nuovi farmaci, ecc.). I programmi di screening oncologico sono interventi di sanità pubblica, nei quali il sistema sanitario offre attivamente, gratuitamente e sistematicamente un percorso organizzato di prevenzione secondaria per individuare precocemente un tumore, o i suoi precursori, permettendo così di intervenire tempestivamente su di esso.
L’obiettivo principale dei programmi di screening è ridurre la mortalità per tumore attraverso una diagnosi precoce. Gli screening, le malattie da individuare e gli esami utilizzati, devono corrispondere a precise caratteristiche. Un test di screening è un esame che consente di individuare in fase iniziale una certa malattia, nello specifico un tumore, in persone asintomatiche. Quando una persona è a rischio di sviluppare un certo tipo di tumore, è dovere del medico consigliarle i test raccomandati per la diagnosi precoce della malattia. Rispetto all’incontro tra il medico e il suo assistito, è stato dimostrato che si possono ottenere risultati più generalizzati grazie allo screening di popolazione. In un programma di screening organizzato, l’azienda sanitaria invita direttamente l’intera fascia di popolazione ritenuta a rischio di sviluppare una certa malattia, offrendo gratuitamente il test ed eventuali approfondimenti. L’adesione al programma è del tutto volontaria.

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